La diffusione del cibo d’asporto ha portato anche ad un aumento notevole dei prodotti da imballaggio, un problema per la salute importante.
Si tende a sottovalutare quanto le plastiche e tutti i prodotti affini possano avere un ruolo sulla salute. Acqua in plastica, alimenti in plastica, alluminio ovunque, sono tutte questioni a cui prestare massima attenzione.
In oltre il 90% delle acque analizzate in bottiglie di plastica ci sono residui, così come negli alimenti, questo vuol dire che gli imballaggi fanno la differenza.
Imballaggi alimentare: rischio per il cibo d’asporto
I prodotti di tendenza al momento sono i Pfas che si sono presentati come rivoluzionari sul mercato per comodità, freschezza degli alimenti e anche praticità. Tuttavia bisogna specificare che le analisi condotte in materia hanno dato anche altre indicazioni, non positive. Sono resistenti ma il packaging utilizzato è anche nocivo per le persone. Gli imballaggi alimentari fanno da barriera per i grassi, il cartone non va bene perché si spugna, la plastica non si può usare, i nuovi polimeri sembravano la svolta.
Lo studio condotto dall’Università dell’Indiana dimostra che non è proprio così perché i Pfas sono dannosi per la salute e contaminano il cibo così come l’acqua che vi entra a contatto. I ricercatori di Stati Uniti, Canada e Svizzera hanno quindi analizzato 42 contenitori differenti e hanno riportato nella maggior parte l’alcool fluorotelomero che è tossico. Non era l’unico presente ma questo sicuramente abbondava in misura maggiore.
Negli Stati Uniti quindi hanno provato a regolamentare la questione, vietando in parte l’uso dei Pfas, ad esempio molte ditte famose come McDonalds dovranno eliminare questo prodotto entro il 2025. In Europa invece Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia hanno richiesto apposite restrizioni perché si stima anche che oltre 4 milioni di tonnellate finirebbero nell’ambiente nei prossimi 30 anni. L’Autorità europea per le sostanze chimiche ha chiesto addirittura di mettere al bando l’uso di questi prodotti ma al momento soprattutto in Italia non ci sono significativi cambiamenti.
Un tempo era la carta stagnola, poi sono arrivati i contenitori di carta, quelli in polistirolo e oggi i Pfas vanno per la maggiore ma è meglio evitare di consumare sempre cibi pronti perché, come ogni cosa, è sempre il quantiativo e il tipo di esposizione che può arrecare danni. Se al momento la questione packaging non sembra ancora trattata è possibile fare scelte consapevoli valutando con attenzione anche dove si acquista il prodotto perché le aziende più piccole, i locali di dimensioni cittadine, hanno certamente un’attenzione maggiore anche da questo punto di vista.