Il mercato immobiliare attraversa una fase molto particolare: andiamo a vederla nello specifico con tutte le novità
La mannaia dei tassi di interesse troppo elevati si sta abbattendo sul mercato immobiliare europeo. Una situazione che non riguarda soltanto l’Italia ma che, in un certo qual modo, interessa direttamente anche il nostro paese. Questo emerge da un’analisi di S&P, che sottolinea come in questo momento ci sia una “correzione sostenuta dei prezzi nominali delle case” in diverse parti del nostro continente, dovuta principalmente all’aumento incontrollato dei tassi ipotecari.
Indebolimento della domanda e calo dei prezzi, nonostante il fabbisogno abitativo e la domanda potenziale restino elevati. Questo emerge nella ricerca, anche se, a quanto pare, il fenomeno è già in via di attenuazione. Nessun crollo, quindi, ma cali “consistenti” previsti dall’agenzia di rating, con un picco del 12% circa in Germania e nel Regno Unito entro la fine del 2024.
La situazione in Italia: calano i mutui a tasso variabile
In Italia la situazione contingente porta a una contrazione importante dei mutui a tasso variabile. Nei primi 6 mesi del 2023 rappresentavano circa il 14,5% del totale mentre ora si sono ridotti a meno del 10%. E il divario sembra destinato ad aumentare ancora: “L’erogazione di mutui a tasso variabile è destinata a calare ulteriormente”, ha spiegato all’Ansa Ivano Cresto, managing director prodotti di finanziamento di Facile.it. Questo significa che il dato attuale riguarda il secondo semestre del 2022, quando la Bce aveva appena iniziato ad aumentare i tassi.
Eppure ci sono delle differenze sostanziali: nel Friuli Venezia Giulia i nuovi mutuatari a tasso variabile sono circa il 17,5%, in testa a questa speciale “classifica”. La Campania, invece, è fanalino di coda con un 12,6% di mutui variabili insieme a Lazio (13,2%) e Sardegna (13,3%).
E ora? Si torna ad affittare
La crisi attuale e il post pandemia hanno portato anche ad un momento di “euforia” nell’acquisto di nuove case, dovuto inevitabilmente al fatto che chiunque avesse un gruzzoletto da parte ha preferito investire nel mattone, complice anche l’abbassamento dei prezzi. Ma era un trend destinato ad affievolirsi ed infatti, finito il momento di crescita, ora l’intenzione di acquistare case si è sensibilmente affievolita, con importanti segnali di rallentamento nelle vendite.
Questo accade anche perché i tempi per le vendite si stanno allungando: evidentemente c’è più margine di trattativa e si perde molto più tempo a definire i dettagli dell’acquisto. Tutto ciò comporta inevitabilmente una flessione del mercato immobiliare riguardando gli acquisti e un aumento invece delle locazioni, soprattutto quelle di breve periodo. Le locazioni di medio-lungo periodo fanno infatti segnare una flessione, con un calo superiore al 4% per i contratti ordinari e una riduzione dell’1,5% per quelli di tipo agevolato.