Buona la prima. Anzi no, da sogno. Messi esordisce in MLS con un gol allo scadere. E realizza la migliore prima della sua storia.
Nonostante lo sciopero degli sceneggiatori, sappiamo bene che gli States sono la terra per eccellenza delle produzioni audiovisive. In questo caso dobbiamo andare a Città del Messico, ma il protagonista è argentino e milita in una squadra statunitense (che in realtà viene dalla costa opposta rispetto ad Hollywood).
La squadra è l’Inter Miami, il protagonista è il campione del mondo Leo Messi e la sua prima gara ufficiale con la casacca rosanero ha un plot da film.
È il secondo tempo di Cruz Azul-Inter Miami, gara valida per la Leagues Cup che oppone messicani e statunitensi, quando si alza dalla panchina l’attaccante che ha scritto la storia del calcio negli ultimi 20 anni. È Messi, accolto da un boato dello stadio.
L’Inter Miami sta vincendo per 1-0 ma vuole mettere in mostra il gioiello che tutto il mondo gli invidia (nonostante l’età, ad avercelo un Messi). E così Messi entra, ma le cose non vanno sempre per il verso giusto e circa 10′ dopo il suo ingresso i messicani realizzano la rete del pari. Il risultato rimane inchiodato sull’1-1, passano i minuti e ci si avvicina al 90′ quando, ad un minuto dal fischio finale, Messi viene atterrato a circa 25 metri dalla porta. È punizione, sarà l’ultimo pallone dell’incontro.
Si presenta alla battuta Messi che disegna una parabola che si infila sotto l’incrocio dei pali. Lo stadio impazzisce, Messi mostra un sorriso che non si vedeva da tempo in una squadra di club, il presidente Beckham appare quasi commosso. Titoli di coda.
Beckham, che è uno che di punizione se ne intende, ai microfoni di Apple TV dichiara a fine partita: “Onestamente, appena ho visto assegnare il calcio di punizione, ho pensato che doveva finire così. Soprattutto quando in campo ci sono giocatori come Leo (Messi, ndr) e Sergio (Busquets, ndr), questo è ciò che fanno. È stato molto emozionante stasera per i nostri tifosi. Tutta questa gente è venuta qui per vedere Leo scendere in campo, per non parlare di quello che ha fatto. È un sogno che si avvera per tutti i tifosi arrivati in questo stadio”.
Mentre dal canto suo Leo Messi parla da leader conclamato: “Sapevo di dover segnare, era l’ultima azione della partita. Volevo segnare per non andare ai rigori. Era molto importante per noi ottenere questa vittoria, è un nuovo torneo e ci darà fiducia per il futuro”.
Per certo, quello contro il Cruz Azul è stato il migliore esordio nella sua carriera.
Giocatore da oltre 800 reti in gare ufficiali, Messi non brilla per i suoi esordi.
Il 16 ottobre 2004 veniva buttato in campo contro il Getafe da Rijkaard, allora allenatore del Barcellona. Per Messi si trattava del suo esordio ufficiale con gli azulgrana (e tra i professionisti). “Esce Deco ed entra Messi”, dice il tecnico olandese. E così a 10′ dalla fine, con la 30 sulle spalle, il 17enne Lionel Messi subentra al centrocampista portoghese autore della rete del vantaggio. Per lui uno scampolo di partita ma l’inizio di una storia che ha scritto la storia di uno sport.
Meno di un anno dopo, quando ha da poco compiuto 18 anni, Leo Messi esordisce con la maglia dell’Argentina. È il 17 agosto del 2005 e allo Stadio Ferenc Puskas di Budapest Messi viene mandato in campo al posto di Lisandro Lopez. Nell’amichevole contro l’Ungheria il giovanissimo Leo entra al 64′ e dopo 40 secondi rifila una gomitata a Vilmos Vaczak. Cartellino rosso per lui ed esordio in albiceleste da dimenticare, con tanto di lacrime. Non avrà da crucciarsi poi troppo: anche con la maglia dell’Argentina Messi riuscirà a vincere tutto.
L’ultimo esordio da citare, ed anche esso non indimenticabile (un po’ come tutta l’esperienza successiva), è quello con la maglia del PSG. Subentra al 66′ di una gara contro il Reims ma il mattatore di quella partita (vinta 2-1 dai parigini) è Kylian Mbappé, allora come oggi al centro di voci di mercato legate al Real Madrid.
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