La gravidanza non è solo amore, sogno e momenti da favola, ci sono anche piccoli problemi pratici da affrontare: oggi parliamo di emorroidi.
Una futura mamma vorrebbe godersi questo viaggio incredibile in tutta serenità, senza intoppi. Ahi ahi… Talvolta non è proprio così, e si presenta qualche ostacolo. È proprio il caso delle emorroidi, una evenienza tipica dei nove mesi di gestazione, poiché legata a un rallentamento della circolazione venosa a danno dei vasi sanguigni emorroidari. Niente panico: i rimedi per emorroidi in gravidanza sono pratici e davvero alla portata di tutte le quasi- mamme.
Se siamo in stato interessante, possiamo fare in modo che il disagio provocato dalla sintomatologia dolorosa non interferisca con il nostro percorso di gravidanza. In che modo? Anzitutto, sembrerà banale, ma chiediamo aiuto a ginecologo e ostetrica: ci rassicureranno e potranno fornirci validi suggerimenti pratici.
Inoltre, è possibile seguire alcuni accorgimenti e consigli salutari:
Inoltre, all’occorrenza, potrebbe essere utile un gel senza medicinali da applicare localmente sulle emorroidi, con una formulazione emolliente e protettiva, per diminuire i sintomi e promuovere i processi di riparazione dei tessuti, anche come trattamento di mantenimento e a scopo preventivo.
Durante la gravidanza, l’organismo di una donna è sottoposto a stimoli di varia origine, molti dei quali potrebbero favorire la comparsa del disturbo emorroidario.
All’inizio della gestazione sono soprattutto le variazioni ormonali a determinare la dilatazione e il rigonfiamento dei cuscinetti emorroidari. Per via dell’aumento ormonale (progesterone ed estrogeni), si verifica un generale “allentamento” dei tessuti connettivi.
Infatti, l’incremento del progesterone agisce rilassando le pareti muscolari intestinali e ne rallenta il funzionamento. Ne consegue una maggiore difficoltà nell’evacuazione: la stitichezza è uno dei principali elementi che contribuiscono all’insorgenza della malattia emorroidaria.
Inoltre, con l’aumento degli estrogeni aumenta anche la fragilità capillare. Il ristagnamento del sangue venoso, assieme alla debolezza vascolare, provoca la perdita di elasticità dei vasi sanguigni delle emorroidi (questo fenomeno è lo sfiancamento), con un conseguente rigonfiamento e successiva fuoriuscita dei cuscinetti emorroidari fuori dal canale ano- rettale.
In questa fase, l’aumento del volume dell’utero e la pressione addominale provocano un rallentamento della circolazione del sangue venoso, compreso quello nelle vene emorroidarie. Quest’ultimo aspetto si fa più acuto con l’avvicinarsi del parto.
Infatti, il notevole accrescimento del volume uterino (dovuto all’aumento delle dimensioni del feto nel pancione) esercita una pressione sulle pareti intestinali, sugli organi pelvici e sui vasi sanguigni emorroidari, determinando infiammazione e rigonfiamento.
Talvolta, è proprio il momento del parto a costituire l’evento che può dare luogo a una fase acuta delle emorroidi. Ciò accade perché l’espulsione imprime un forte stress ai muscoli pelvi- perineali e addominali.
Ecco alcuni consigli utili, non sostitutivi del supporto dato dalle ostetriche e dal personale medico:
Claudia
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