Chi ha figli adolescenti è preoccupato per l’utilizzo smodato che questi fanno dei social. Diventa importante il controllo, ma è giusto leggere le chat?
Sicuramente il mondo è cambiato e le persone si trovano a dover affrontare un percorso diverso, inedito e di cui non si conoscono le coordinate. Proprio per questo motivo gli esperti si stanno mettendo a lavoro.
Pool di psicologi e psichiatri lavorano ogni giorno per capire cosa sia “giusto” fare di fronte alla tecnologia. Di sicuro i giovani sono quelli più esposti a potenziali rischi anche perché proprio attraverso la rete si muovono di soppiatto tantissimi malintenzionati. E il discorso non verte solo nei confronti della pedofilia, ma anche di amori tossici, challenge che mettono a repentaglio la vita e quant’altro.
Il film Mia di Ivano De Matteo è uno strumento per rendersi conto della situazione che stiamo affrontando e proprio il regista è un genitore che ha voluto raccontare la storia di un’adolescente alle prese col suo primo amore. Come un pugno nello stomaco il film ci lancia un segnale, ma è giusto leggere le chat dei nostri figli?
Rispondere alla domanda se leggere le chat dei nostri figli sia corretto è tutt’altro che semplice. Sono molti i motivi che ci devono portare a riflettere in merito. Diversi specialisti si sono sbilanciati in merito, approfondendo il discorso con grande rigore.
Italo Farnetani, pediatra dell’Università Ludes-United Campus di Malta, ha parlato a AdnKronos Salute, specificando: “Controllare lo smartphone di un figlio è un atteggiamento autoritario, un fallimento della funzione educativa genitoriale”. A queste parole si aggiungono quelle del Sipf (Segretario della Società italiana di psichiatria forense) Giovanna Crespi: “Invadere la privacy di un adolescente controllando il suo telefono può avere diverse conseguenze dal punto di vista psicologico”.
A quanto pare secondo la scienza è sbagliato controllare lo smartphone dei propri figli, anche perché potrebbe di fatto rovinare il rapporto e portare i ragazzi a nascondere cose di cui magari avrebbero parlato apertamente. Certo sono discorsi complicati, che non si posso spiegare in poche righe e che meritano un approfondimento. Quello che appare evidente è che se un figlio da dei campanelli d’allarme il genitore avrà un duro compito da svolgere anche per evitare di toccare tasti che renderebbero la situazione ancora più complicata e davvero difficile da gestire.
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